Casa-museo Giovanni Gentiletti

Alla Scoperta della Casa-museo Giovanni Gentiletti

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Grazie ai suoi schizzi, utensili e video che documentano 40 anni di evoluzione creativa (1969-2009), la Casa-museo si è trasformata in un epicentro narrativo con sei stanze tematiche: al piano terra troviamo Superfici, Frammenti e Trittici; al primo Forme Zoomorfe, Aironi e Calendari.

Nei primi passi della sua carriera artistica, l’atelier di Gentiletti sembra un esotico menagerie, con un’aura che oscilla tra l’antichità e il futurismo: inizialmente si evidenziano scarabei e rondini alate, seguiti da aironi con becchi estesi, artigli affilati e occhi penetranti. Poi, creature alate con possenti corpi intrappolati in un design enigmatico. Dopo, un cambiamento: il medium prende il sopravvento, eliminando le figure animali; su lastre metalliche emergono dapprima disegni, e successivamente enigmatici simboli, portavoce di memorie secolari. Gentiletti, esperto in metalli e maestro nell’incisione, esplora correnti artistiche moderne, avvicinandosi all’Informale. Ogni dettaglio ispirato dalla natura si metamorfosa in un’immagine sognante.

Giovanni Gentiletti prosegue la sua formazione in campo artistico, ottenendo un diploma presso l’Istituto Statale d’Arte F. Mengaroni. Dedica la sua esperienza all’insegnamento delle tecniche di sbalzo e incisione nella divisione Arte dei Metalli e dell’Oreficeria, inizialmente ad Ancona e successivamente a Pesaro. Tra il 1990 e il 2008, collabora come docente ai seminari del Centro TAM (Trattamento Artistico dei Metalli) di Pietrarubbia, progetto concepito e per un periodo gestito da Arnaldo Pomodoro.
Partecipa a diverse esposizioni sul territorio nazionale, ricevendo riconoscimenti in ambito scultoreo e orafa. Molte delle sue opere vengono acquisite da rinomate entità pubbliche. Nel 2006, la sua creazione “Nel vento del mito” viene posizionata nel rondò di via A. Cecchi, presso il porto di Pesaro; si tratta di due maestose “vele” in metallo, omaggio ad Azzurra, l’unico veliero italiano che ha gareggiato nell’America’s Cup a Newport nel 1983, edificata presso il Cantiere Yacht Officine di Pesaro.
Nel 2008, decora la stanza 122, “Racconti dal Mediterraneo“, all’Alexander Museum Palace Hotel, includendo un piccolo altare-baule e un accesso in metallo e ferro, nell’ottica del progetto “camera d’autore”. Nel 2010, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro integra nella sua raccolta l’ “Altarolo-baule dell’antico linguaggio“.
Si spegne a Pesaro l’8 maggio 2010. Nel marzo 2012 i suoi familiari donano alla Cattedrale di Pesaro il “Trittico-custodia dei Santi Decenzio e Germano“, l’ultima cassa ideata dall’artista per conservare le reliquie dei due martiri locali.

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