Museo Oliveriano

La Storia Raccontata: Le Antiche Civiltà al Museo Oliveriano

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Il Museo e la Biblioteca Oliveriano trovano originariamente alloggio in Palazzo Olivieri, aperto al pubblico il 2 maggio 1793. Tuttavia, sono assenti le iscrizioni del Passeri e gli insiemi epigrafici di radice comunale e ducali, precedentemente mostrati in diverse parti della metropoli. Solo nel 1885, con l’insediamento nella moderna località di Palazzo Almerici, tutte le collezioni si consolidano in un unico spazio, arricchendosi progressivamente di ritrovamenti di singoli individui. A questi insiemi, che rappresentano il “patrimonio storico” del museo, si sono uniti manufatti archeologici di dominio statale, originati dagli scavi nel territorio pesarese gestiti dalla Soprintendenza delle Marche; tra questi, particolarmente significativi sono gli oggetti della necropoli dell’età del Ferro di Novilara. Durante il XX secolo, l’allestimento museale affronta vari intoppi, come il sisma del 1916 che compromette gli ambienti espositivi e i movimenti precipitosi durante la Seconda Guerra Mondiale per preservare gli oggetti in siti più protetti. Nel 1928, la risoluzione di interrompere l’accesso al museo e disassemblarlo per effettuare interventi di restauro necessari causa ulteriori complicanze. L’Oliveriano riaccoglie i visitatori solo nel 1967, privo di un’organizzazione espositiva metodologica e di strumenti didattici.

Museo Archeologico Oliveriano

il 13 dicembre 2022 Il Museo Archeologico Oliveriano ha riaperto le sue porte con un allestimento totalmente rivisto: una tappa fondamentale che valorizza Pesaro, eletta Capitale Italiana della Cultura 2024, rinfrescando uno dei suoi centri culturali di spicco.

Sotto la gestione della Fondazione Ente Olivieri, il museo occupa il pianterreno di Palazzo Almerici, storico edificio del XVII secolo ubicato nel cuore cittadino. La sua origine è legata alla donazione testamentaria di Annibale degli Abbati Oliveri (1708-1789), illustre studioso dell’epoca, che lascia a Pesaro e ai suoi abitanti il suo vasto patrimonio letterario, archivistico e archeologico. Al patrimonio Oliveri si associano anche numerosi artefatti donati dal suo amico Giovan Battista Passeri (1684-1780), personalità poliedrica che ha influenzato il settecento locale.

Il rinnovato percorso illustra un millennio di storia locale, dall’era picena all’età imperiale tarda, suddividendosi in quattro sezioni tematiche che delineano la narrazione complessiva delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis (rilevante luogo sacro associato alla romanizzazione locale), il centro urbano di Pisaurum e il collezionismo del XVIII secolo. All’interno di questi settori principali, gli oggetti sono esposti seguendo un ordine cronologico e tematico.

La mostra inizia con la celebre “stele della battaglia navale“, seguita dai manufatti da Novilara, uno dei principali siti funerari dell’Età del Ferro. Le successive sezioni esplorano l’evoluzione di Pisaurum durante l’era romana, mettendo in luce sia le dinamiche sacre che quelle sociali e quotidiane. L’ultima parte del percorso celebra il collezionismo settecentesco di Passeri e Olivieri, offrendo una panoramica delle diverse tipologie di oggetti nelle loro collezioni.

Il fulcro del rinnovato disegno espositivo è di costruire un’atmosfera che celebri le collezioni e al contempo evochi la ricca storia di Pesaro, in cui architettura, artefatti e strumenti multimedia interagiscono in sinergia. Per creare un coinvolgimento emotivo, l’approccio artistico si ispira a Jannis Kounellis e alla sua visione poetica del frammento. Questa sensibilità si traduce in un’interpretazione espositiva dove i frammenti sono aggregati in formazioni geometriche, ognuna rappresentando un tema specifico, permettendo ai visitatori di navigare e compiere il viaggio indipendentemente dalla loro familiarità con la materia archeologica.

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